MIA MARTINI rivive in Io sono Mia, al cinema

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Preparate i fazzoletti perché c’è un film in programmazione in questi giorni al cinema che saprà emozionarvi. Moda e Style ha il piacere di presentarvi con onore e orgoglio Io sono Mia, una produzione Eliseo Fiction in collaborazione con Rai Fiction, pellicola dedicata a una delle più grandi artiste italiane che ci ha lasciati troppo presto, Mia Martini.

Il film Io sono Mia, in cui Mia Martini è interpretata dalla straordinaria Serena Rossi, è distribuito da Nexo Digital in diverse sale cinematografiche italiane nei giorni 14,15 e 16 Gennaio, mentre a febbraio è prevista la messa in onda su Raiuno.

IO SONO MIA – ph Bepi Caroli

Già dalle prime scene, in cui Serena Rossi è apparsa di spalle interpretando una Mia Martini, pronta a calcare ancora una volta il palco del Festival di Sanremo,  per una sessione di prova del brano Almeno tu nell’universo, correva l’anno 1989, forti brividi ci hanno attraversato il corpo, non solo per la forte somiglianza di Serena con Mia, ma per quell’incedere lento e di classe, quel piglio fiero e deciso con cui amava affrontare l’arte, la musica, la sua professione, prova o esibizione vera e propria che fosse. Un grande ritorno per Mia Martini, rimasta troppo a lungo lontana da quel prestigioso palco.

La storia di Io sono Mia si sviluppa intorno a una narrazione a ritroso nel tempo,  grazie all’accorata intervista della cantante con la giornalista Sandra interpretata da Lucia Mascino, che considera l’artista un ripiego, suo obiettivo lavorativo era il celebre Ray Charles, ospite straniero della kermesse canora di quell’anno. In realtà l’intervista si rivela una storia fatta di passione, di falsi e spregevoli pregiudizi, di una persona come tante, dalla voce unica,  che amava e sapeva farsi amare.

L’ingresso nel mondo della musica per  la giovane Mimì è stato difficile, osteggiato dal padre, che vedeva il sogno della figlia fatto di note, colori e suoni, come uno sciame di grilli senza meta che vagavano nella sua testa,  un  futuro inconcludente, fortemente in contrasto con il ruolo che doveva rivestire una donna negli anni ’70. Ma Mimì, ribelle e lottatrice, sa che deve dedicarsi alla musica, per lei vita, destino, fiamma che arde nel cuore e fonte che alimenta il suo esistere.

Si parte dal Piper, celebre locale romano dell’epoca dove molti musicisti hanno dato il via alla loro carriera. Mia, era una ragazza solare, vitale e decisa a sfondare prendendosi dal mondo della musica ciò che giustamente le spettava, accompagnata dall’immancabile sorella Loredana interpretata da Dajana Roncione nel corso di quelle serate spensierate dove i sogni volavano ancora troppo alti; e la fortuna arrideva a pochi.

Al Piper di Viareggio anche Mimì ha la sua grande occasione grazie all’incontro casuale con il grande e affermato manager Alberigo Crocetta, interpretato da Antonio Gerardi, uomo che sapeva riconoscere all’istante personalità talentuose, il colpo di fulmine artistico fu scontato nei confronti di una ragazza che seppur minuta era in grado di prendere forma grazie alla sua voce piena e appassionata. Sempre a Viareggio nasce l’amicizia sincera e profonda tra Mimì e la dolce AlbaNina Torrisi, chioccia protettiva che tante volte tenta di far ragionare Mimì , riportarla al buon senso per poi lasciarla libera nelle sue scelte, cara amica sempre vicina in maniera quasi viscerale, all’insegna di un amore  simile a quello materno.

La fortuna finalmente sorride all’incredula Mimì, Crocetta rappresenta la svolta nella sua vita, da personaggio comune a pubblico, da cantante di locali dove la sua passione  e le velleità artistiche potevano muoversi in ambiti circoscritti a stella musicale, il passo è breve. La sua consacrazione arriva nel 1972 con il brano Piccolo Uomo, che vince il Festival Bar, l’anno dopo bissa con il capolavoro Minuetto, in assoluto il 45 giri più venduto. Nel 1974 Mia Martini è considerata dalla critica europea la cantante dell’anno.

Una carriera partita col botto, che premiava chi sapeva cantare col cuore, per lei che non solo aveva doti canore straordinarie, ma viveva fino all’ultima parola ciò che cantava, perchè suo vissuto, strappo nell’anima, grido portato al mondo attraverso la voce, e ogni fibra nervosa che aveva in corpo.

Mimì conosce anche l’amore quello che ti fa fare qualsiasi cosa, che ti spinge all’abbandono lasciando fuori tutto il resto, a cui dedicarsi con devozione, fisico ma anche incorporeo, quello che ti rende leggera come una piuma sospinta sempre più in alto da un delicato soffio.

L’AMORE PER MIMI’ E’ ANDREA, personaggio fittizio, proveniente da un altro mondo, un fotografo pronto a scontrarsi con la vita ricca e fitta di impegni lavorativi di un personaggio celebre. Basta una cena a far scattare la scintilla, a far nascere un sentimento pulito tra due persone semplici che si amano, poste dall’amore sullo stesso piano, pronte a far pazzie l’una per l’altra, come fieri cavalieri, la cui marcia non è destinata a raggiungere il luogo della battaglia, ma al ricongiungimento di due cuori ardenti, che si aspettano e non sanno attendere e divorano il tempo che li separa. Andrea, interpretato da Maurizio Lastrico, non è l’uomo, ma l’amore perfetto, quello mai conosciuto, ma il mondo di Mia si scontra presto con quello dell’amato, due Titani prendono forma, lasciando impresse nel suolo dove si affrontano cicatrici fatte di struggenti ricordi, passione, malinconia infinita. All’apice della carriera di Mia Martini, Andrea vola più in basso, rinuncia ai suoi progetti per vivere pienamente l’amore, ma ogni moneta ha due facce, Mimì dovrà affrontare anni bui per le maldicenze sul suo conto, una serie di spregevoli pregiudizi diffusi tra gli operatori di quel mondo che ben l’aveva accolta all’inizio, un’infamia dettata da un’ignorante superstizione, legata alla sfortuna e successivamente l’operazione alle corde vocali e la riabilitazione della sua voce. Andrea sta vicino a Mimì, anche nei periodi di fermo della sua carriera, quando lui sta raggiungendo i suoi traguardi  e sta ottenendo i tanto desiderati successi lavorativi: nascono gelosie, incomprensioni che sfociano in litigi, tra due persone legate da un sottile filo così fragile che inevitabilmente si spezza.

La giornalista Sandra – Lucia Mascino che accompagna Mia Martini alla ribalta, al ritorno coraggioso tra il suo pubblico, alla frattura dirompente di quel vetro di ottusità, creato da chi è geloso delle capacità dell’altro, del suo successo e per questo non sa come apparire, farsi strada, difendersi da quello che non è un attacco, da chi non approva il rifiuto al compromesso e Andrea, sono personaggi inventati, ma fondamentali per lo svolgimento della storia, per capire quali potevano essere i sentimenti che animavano il cuore di Mia prima del suo ritorno sul palco del Festival nell’89, e la sua voglia di amare ed essere amata.

Io sono Mia, prodotto da Luca Barbareschi per la regia di Riccardo Donna, è una triste ed intensa pagina di ciò che ha segnato la vita di una grande artista, ma nello stesso tempo immagine attuale di un mondo in cui il pregiudizio è ancora diffuso, dove non si accetta che successo e carriera assumano volti femminili, è la grande dimostrazione e prova di coraggio di una donna che se ne infischia degli altri, segue solamente ciò che sente dentro, seppur sprofondando, perdendo guadagni e averi, non si discosta dai suoi principi e valori. Una donna che resta fedele alla sua linea di vita, e non quella dettata da altri.

 

Moda e Style ringrazia l’ufficio stampa Nexo Digital nella persona di Luana Solla per il gentile invito alla proiezione di Io sono Mia, che ho abbiamo ribattezzato così: “Io sono Mia, Io sono Musica e Vita e me ne frego di ciò che pensa la gente!”

Alla prossima!

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