Covid-19 perché e come i bambini vanno difesi

0

Siamo nel periodo più critico dell’anno, dove una festa o leggerezza può risultare letale per la diffusione del Coronavirus. I bambini pagano lo scotto più pesante di un anno ricco di privazioni, oltre agli anziani, prime vittime di una pandemia inaspettata.

In questi mesi è stato più difficile gestire quella che chiamano seconda ondata, perché non ci si aspettava forza e tempi di diffusione così rapidi.

I danni però che non ha fatto il Covid-19 lo hanno provocato gli scontri politici, gli sterili dibattiti sui social e una quantità impressionante di persone e famiglie impreparate e confuse sulle nuove regolamentazioni.

Bambini a scuola, bambini a casa. Bambini a scuola, ma era meglio che stessero a casa. A marzo però bambini a scuola, per diritto allo studio! Cerchiamo di trovare un equilibrio dunque. Mandiamo i bambini a scuola con l’obbligo di mascherina, anzi no, non è giusto che sopportino questa pena! Dunque, ricapitolando, se l’uso della mascherina è obbligatorio per evitare la diffusione del virus, perché arrabbiarsi e gridare allo “scandalo” se i nostri figli, per non vedersi negato ancora il diritto allo studio, devono indossarla?

Cari genitori volete capire un concetto fondamentale che per superare un periodo difficile tutti siamo chiamati a dei sacrifici? Si, certo, anche io da mamma non sono felice nel sapere che mia figlia deve stare con la bocca coperta per 8 ore, ma onestamente mi farebbe più rabbia e paura se si ammalasse per mancanza di rispetto delle norme di igiene e sicurezza, piuttosto di dover indossare un dispositivo che la protegga. Sarei più arrabbiata e preoccupata, nonché triste e frustata se dovessi vederla seduta su una sedia, attaccata a un pc per 8 ore e vederla con uno sguardo perso e rassegnato.

Io faccio parte sì, di quella schiera di genitori che prima di tutto difendono i bambini, che li educano alla consapevolezza e alla responsabilità. Faccio parte di quelle mamme che non perdono tempo sui social ad accusare o a polemizzare. Questo tempo lo dedico a mia figlia, non a diffondere malumore, a vantaggio di chi poi?

Se guardassimo realmente con obiettività il pregresso e il presente avremmo sicuramente tutti gli elementi per fare un bilancio costruttivo e capire come gestire l’emergenza dei più deboli e supportarli affinché ci siano meno vittime, più vite salvate e genitori più sereni.

Non è stupido dire che abbiamo molto da imparare dai nostri figli. Il giorno che mia figlia ha saputo della chiusura della scuola non ha polemizzato, perché sapeva che stavamo affrontando un’emergenza più grande. Sapeva che stare a casa sarebbe stata la cosa più difficile da fare. Ha affrontato il lockdown facendo il suo dovere di bambina di 9 anni, è stata guidata da genitori e insegnanti a un nuovo modo di studiare, non facile per nessuno, soprattutto per chi di scuola e metodi di studio non ha grandi competenze. Poi è arrivato il giorno del rientro, tra emozione e smarrimento, non per lei, per noi grandi. Perché per lei era normale tornare alla normalità, tornare a scuola.

A noi genitori non andava bene l’assembramento fuori da scuola, non andava bene vederli entrare bendati sulla bocca, scaglionati. Eravamo e siamo contrariati, per loro invece era un nuovo adeguarsi, come si abituano lo ricordiamo ai litigi, alle separazioni, agli incidenti, spesso senza fomentare quel caos di gesti e parole grande prerogativa di noi adulti.

Serve concentrarsi, forse, come sempre sulla quotidianità e sulla nostra capacità di adulti, ex bambini, di gestire i cambiamenti e trasmettere sicurezza. Questo a mio avviso è il nostro ruolo. 16 novembre 2020. Manca poco più di un mese al Natale. Come mamma sto difendendo la nostra normalità: letterina di Babbo Natale pronta, addobbi da appendere e regali in arrivo nonostante tutto e le difficoltà del periodo. Ecco, penso che con un po’ di buon senso possiamo davvero difendere i nostri figli dalla paura e dalla rabbia, nostre.

La domanda che mi sorge spontanea è questa: da cosa o da chi dobbiamo proteggere i nostri figli? Dal Covid-19? O dall’incapacità di certi adulti di gestire l’emotività e tutto ciò che ne consegue?

A voi la risposta. Anzi i fatti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *