Febbraio a teatro, gli appuntamenti milanesi

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Moda e Style ha voglia di svagarsi, condividendo con voi alcuni appuntamenti teatrali del mese di febbraio.

Lo spettacolo una macchina che procede incessantemente a muoversi spinta dall’entusiasmo degli artisti e carburata dal pubblico in sala.

Al Teatro Leonardo di Milano si porta in scena la Fine del mondo il 22 febbraio con Moriremo Tutti – Storie di come abbiamo immaginato la fine del mondo di e con Adrian Fartrade.

Adrian Fartrade

Sulla scia delle grandi pellicole catastrofiche americane, da Armaggeddon alle invasioni aliene di Independence Day, fino a giochi nucleari di Fallout. Quanti di questi eventi hanno valore scientifico e quanti dovranno restare relegati nell’immaginario? Nel migliore dei casi si stempererà l’arrivo della fine del mondo con una sana risata collettiva, nel peggiore si riceveranno indizi circa gli strumenti da adottare per difendersi dall’apocalisse.

Al TAM Teatro Arcimboldi di Milano torna in scena a grande richiesta il 25 e il 26 febbraio con doppio spettacolo previsto per la seconda data, la Divina Commedia Opera Musical per la regia di Andrea Ortis che assieme a GianMario Pagano ha curato anche i testi.

Il pubblico si addentrerà nell’Inferno dantesco, passerà dal Purgatorio, per riemergere nel Paradiso con proiezioni immersive 3D attraverso i più iconici personaggi dell’opera del Sommo Poeta : Antonello Angiolillo vesti panni di Dante, Andrea Ortis (Virgilio), Myriam Somma (Beatrice), Noemi Smorra (Francesca, Matelda), Angelo Minoli (Ulisse, Catone, Guido Guinizzelli), Mariacarmen Iafigliola (Pia dei Tolomei, La donna), Antonio Melissa (Caronte, Ugolino, San Bernardo) e Antonio Sorrentino (Pier delle Vigne, Arnault). Il corpo acrobatico è guidato da Maria Caterina Manbretti.

Un viaggio insolito e musicato nelle pagine della Divina Commedia che appassionerà anche i più giovani.

Sempre al Tam La Filarmonica Arturo Toscanini sceglie questo palco per tornare a Milano il 21 febbraio, per creare un filo comunicativo tra l’Orchestra e la città. Sul podio Omer Meir Wellber Direttore Musicale del Teatro Massimo di Palermo.

Il programma si apre con Ciò che resta, brano del 2017 che inaugura la residenza artistica di Silvia Colasanti e culmina con la Sinfonia n.4 in Sol maggiore di Gustav Mahler. La musica sarà la grande protagonista, gli strumenti canteranno per la gioia di tutti, tendete le orecchie e aprite il cuore e la mente alle note.

Al Teatro Manzoni dal’8 al 20 febbraio Gli Ipocriti Melina Balsamo presentano I soliti Ignoti adattamento teatrale di Antonio Grosso e Pier Paolo Piciarelli, tratto dalla sceneggiatura di Mario Monicelli, Susi Cecchi D’Amico, Age & Scarpelli.

La Trama.

Un gruppo di amici e ladruncoli unito da quello che definiscono il colpaccio, un furto con scasso ai Monti di Pietà, che potrebbe cambiare le loro vite, sbarcano il lunario nell’Italia povera del Secondo Dopoguerra. Vinicio Marchioni è alla regia.

La scena è animata da Paolo Giovanucci che interpreta Cosimo, Salvatore Caruso (Capanelle), Antonio Grosso (Mario), Vito Facciolla (Ferribotte), Fabio Troiano (Tiberio), Giuseppe Zeno (Peppe il Pantera), Marilena Anniballi (Nicoletta/Carmela), Ivano Schiavi (Dante).

Le loro imprese rovinose, i dissapori, le gelosie, saranno annullati nell’epilogo finale davanti a un piatto di pasta e ceci, che mette tutti d’accordo, perchè nella vita dopotutto, basta poco per essere felici, e quel piatto da tempo mancato sulle tavole degli improvvisati avventori, diventa il simbolo del riscatto e di quanto conti l’amicizia rispetto al denaro.

Cosa ci è piaciuto :

La voglia di ripartire, di ricominciare dei personaggi, seppur maturata dopo una serie di rocambolesche imprese non proprio pulite e legali, la rinascita che passa attraverso il desiderio del denaro e l’azzeramento dello stesso, i soldi non sono nient’altro che il mezzo per condurre una vita umile insieme agli affetti, senza sprechi, o manie di grandezza.

L’unica figura femminile sul palco, Marilena Anniballi che ha intepretato Nicoletta. la servetta, e Carmela la sorella di Ferribotte, personaggi fondamentali che insieme alle tre mamme di Mario, solamente citate, smuovono il sentimento positivo o negativo che sia, degli interpreti maschili. La donna nel suo ruolo fondamentale nell’Italia del Secondo Dopoguerra, fulcro della famiglia, cuore pulsante del focolare domestico. La donna riconosciuta nel suo valore di madre, generatrice di vita e di donna che l’amor nel suo telaio cuce per renderlo a tutti visibile.

La sdrammatizzazione del tema della miseria, il conviverci ridendoci sopra , in maniera sottile, mai sguaiata e volgare, intravedendo la possibilità che essa porta come canale di risalita da un pozzo che tratterrebbe i personaggi laddove non finiscano di piangersi addosso; e di non vedere la luce oltre il buio.

La recitazione corale, divertita, di un gruppo affiatato anche al di fuori del palco, il linguaggio di un Italia fatta di dialetti, non appartenenti agli stessi attori, ma ben resi, senza forzature o caricature. La voglia di rendere omaggio a un capolavoro del passato, che ha fatto la storia del cinema italiano e sempre attuale, senza voler imitare grandi interpreti come Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Totò.

La scenografia semplice ed essenziale, un capolavoro che vive attraverso le azioni svolte dagli attori, le luci e i piccoli dettagli, seppur resti quella che è l’umile scheletro delle vite altrui, che nulla chiede e nulla toglie, in una conclusione scenica povera, che li porta tutto sommato seppur senza risultati, a una finestra aperta su un futuro roseo e propositivo, tutto da condividere.

Moda e Style ha concluso il suo articolo, vi aspettiamo a teatro! Alla prossima!

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