Ri-scatti torna al PAC con Fino a farmi scomparire

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ph Alessandra Vismara - Fino a farmi scomparire

Moda e Style presenta Fino a farmi scomparire, la nuova mostra fotografica ad alto impatto emozionale promossa da Ri-scatti, che ha per “protagonista” il disturbo alimentare. Dal 15 al 24 ottobre al PAC – Padiglione di Arte contemporanea di Milano.

Fino a farmi scomparire – PAC Milano

La mostra è il settimo progetto di fotografia sociale ideato dalla Onlus Ri-scatti e dal PAC, sostenuta dal Comune di Milano con il supporto di Tod’s, patrocinata dal Consiglio dei Ministri – Dipartimento delle Politiche Giovanili e il Servizio Civile Universale. L’esposizione è stata realizzata in collaborazione con l’Ospedale Niguarda di Milano e l’Associazione Erika.

Moda e Style c’è e risponde prontamente quando si parla di sociale e di utilità collettiva in veste comunicativa e con il cuore che si accende; soprattutto quando l’interruttore, è mosso da un grande intento promosso da una vecchia e cara conoscenza come Ri-scatti.

Entriamo nella mostra

I riflettori in Ri-scatti, Fino a farmi scomparire, sono puntati su un grave problema che affligge e consuma spesso i giovani: il disturbo alimentare, un male talvolta celato, che si insinua con prepotenza scavando corpo e psiche, lasciando profondi solchi di disagio, malessere, mancata autostima, elementi distruttivi.

Fino a farmi scomparire – PAC Milano

Diego Sileo curatore e conservatore del PAC ha messo in luce l’intento dell’esposizione fotografica: l’abbattimento del mito occidentale della magrezza come raggiungimento di una bellezza e perfezione assolute, anche se tale ragione non è sempre la causa scatenante della malattia.

Cento fotografie, tanti emozionanti racconti

Cento fotografie che raccontano esperienze sofferte, tentativi spesso e purtroppo riusciti di soffocare e annullare gli stimoli della fame; distruggendo e minando la salute del proprio corpo. Invisibilità a seguito della perdita di fisicità per dimenticare dimenticandosi il male che travolge e avvolge le sue spirali nelle carni.

ph Silvia Bevilacqua – Fino a farmi scomparire

Cento fotografie per far leva sulla sensibilità comune facendo comprendere quanto il problema sia reale e tangibile; non il frutto di un capriccio momentaneo o una moda attuale, bensì la coda devastante di un processo distruttivo già in atto e con cause profonde. Non bisogna ignorare, ma aprire gli occhi, indagando sui motivi alla base del male, intervenire per bloccare sul nascere i suoi catastrofici effetti fisici e psichici.

Le cento fotografie ed esperienze in mostra di Alessandra, Alessia, Anna, Emanuela, Emanuele, Federica, Giulia, Silvia, Sofia e Teresa, sono il frutto di un workshop di tre mesi sotto la guida di Amedeo Novelli -che insieme a Stefano Corso e Federica Balestrieri rappresentano il cuore pulsante di Ri-scatti.

ph Sofia Santosuosso – Fino a farmi scomparire

Parola Chiave: Aiutare anche chi nega e disconosce il problema etichettando con un altro nome il malessere e minimizzando come i familiari, la scuola o il medico di base.

Accendere i campanelli di allarme anche su ciò che i giovani consultano su internet e chi offre loro messaggi che viaggiano frequentemente con intenti pericolosissimi pro-anoressia e pro-bulimia; instillando nelle menti adolescenziali falsi miti e credenze.

Segnaliamo all’interno della mostra Ri-scatti – Fino a farmi scomparire un’altra iniziativa molto utile: dal 18 al 22 ottobre gli esperti del centro per i Disturbi del Comportamento Alimentare dell’Ospedale Niguarda e i volontari dell’Associazione Erika saranno a disposizione dei visitatori del PAC, per condividere informazioni e rispondere a domande sulle fotografie presenti in mostra.

Tutte le fotografie realizzate per il progetto e il catalogo pubblicato da Silvana Editoriale si potranno acquistare durante il periodo della mostra.

L’intero ricavato sarà devoluto per sostenere le attività dell’Associazione Erika con sede presso l’Ospedale Niguarda di Milano, nonché a supporto dei pazienti affetti da Disturbi del Comportamento Alimentare e delle loro famiglie.

Chiudiamo con l’intervento di Stefano Corso – Presidente di Ri-scatti Onlus.

Anche in questo caso, il nostro primo strumento di indagine resta la fotografia, con la piena consapevolezza che gli unici in grado di raccontare in maniera autentica la propria fragilità e il proprio frangibile siano i diretti interessati; noi ci impegniamo come sempre, a dar voce e cassa di risonanza alle loro storie“.

ph Emanuela Zanzi – Fino a farmi scomparire

Moda e Style ha concluso con cognizione di causa il suo articolo, sapendo di aver socialmente informato e non solo.

A voi il resto, alla vostra partecipazione e al vostro spirito solidale, sappiamo che non mancherete!

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