Gli uomini che incontriamo, le donne che vogliamo essere

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Un tempo era tutto facile. Ci si incontrava, ci si innamorava e, salvo complicazioni, si arrivava alla fine della propria esistenza tenendo per mano l’uomo che si amava. Negli ultimi anni, diciamo dagli anni 70 in poi, i tempi sono cambiati. Non è evoluzione, bensì regressione sociale. Moda e Style oggi vuole affrontare un argomento, il rapporto tra uomini e donne, in un’ottica sarcastica, ma reale in tutte le sue sfaccettature, tra battute, riferimenti cinematografici e paradossi del vivere quotidiano.

barL’INCONTRO. Per fortuna ci si incontra ancora per strada, anche se il mondo virtuale sta prendendo il sopravvento, attraverso chat e siti di incontri (anche a pagamento). L’ebbrezza del primo sguardo, il primo caffè o la prima uscita insieme sono solo l’apripista di una serie di aspettative reciproche, a volte mal riposte: da un lato ci sono gli uomini, curiosi di scoprire cosa si cela dietro a un sorriso, all’alone di mistero che una donna è capace di suscitare, dall’altro abbiamo due categorie di donne, le spontanee, quelle sicure di se stesse, che non temono di aprirsi e farsi conoscere, e le ansiose, quelle che aspettano di incontrare il principe azzurro per “diventare la donna perfetta, a loro immagine e somiglianza“.

3566713000000578-3646875-Whether_it_s_a_looming_deadline_or_an_argument_we_all_have_days_-a-22_1466174782715In questo articolo parliamo del secondo gruppo di donne: le ansiose. Donne incomplete, insicure, che probabilmente non conoscono bene neanche se stesse, che finiscono col focalizzare la propria immagine in quella del compagno ideale, riflettendo la propria persona (e personalità) sui desideri e le aspettative dell’altro. Donne, forse “vittime”, di una società che punta all’apparenza, dove il vestito conta più dell’aspetto interiore, dove l’abito fa il monaco.

Crediamo che buona parte dei fallimenti dei rapporti amorosi attuali sia dovuto proprio a relazioni che nascono con l’obiettivo di compiacere l’altro. In genere, non voletecene care lettrici, questa è una debolezza di noi donne e a ricordarcelo ci sono molte situazioni,  più o meno reali. Ne prendiamo in esame due, tratte da celebri film: Come tu mi vuoi, interpretato da Cristiana Capotondi e Se scappi ti sposo, con la bellissima Julia Roberts e l’affascinante Richard Gere.

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Cristiana Capotondi

Senza tediarvi con parole da strizzacervelli, ci basta ricordavi a grandi linee la trama di queste due pellicole e poi capirete o meno se anche voi in qualche caso non vi siete trovate a dire: “Ma a lui piacerà questo?“, “Gli piacerò se indosserò questo o quello?”, o ancora “Spero di far colpo e non dire scemenze”. Secondo voi le nostre nonne queste domande se le facevano in passato? Comunque torniamo ai due film, che più che lungometraggi  a noi sembrano dei trattati di psicologia in chiave moderna ben riusciti.

Nel film Come tu mi vuoi, la dolce Cristiana interpreta Giada, ragazza acqua e sapone, molto intelligente, ma poco attraente. Un giorno, per conquistare il ragazzo di cui è innamorata si trasforma nella donna che ogni uomo potrebbe desiderare: sexy, make up perfetto, look da sballo. Tutto bene, se non fosse che una volta diventata la donna “perfetta”, si trasforma in una femmina diversa, superficiale e materialista, perdendo di vista se stessa e perfino quello che doveva essere il suo “Amore”.

c37c2efd011b5a439ef19f359cf725f3In Se Scappi ti sposo si parla di Maggie, giovane donna che non riesce a sposarsi. Dopo tre tentativi falliti a due passi dall’altare, un giornalista decide di approfondire la storia di questa ragazza, entrando nella sua vita, nelle sue abitudini per cercare di capire i motivi di questa strana paura. In ogni rapporto questa ragazza si trasformava nella fotocopia al femminile dell’uomo che asseriva di amare: prima rock, poi religiosa e infine amante della natura. Ma non è tutto, Maggie cercava in ogni situazione di assomigliare o rispondere alle aspettative del compagno, giustificandosi di voler esserne semplicemente “partecipe”: dal look (cambiando stile ad ogni preferenza stilistica del compagno) alle uova a colazione: una volta strapazzate, poi fritte, in camicia e solo le chiare…  Risultato: rapporto non destinato a decollare, ma quel che è peggio, il problema di questa donna era solo uno: non sapeva chi fosse, lei, e cosa volesse dalla vita, aldilà di tutto, dalla vita.

nottinghillconferenzastampaDIFFERENZE SOCIALI. Prendiamo in esame un altro ostacolo nei rapporti tra uomo e donna. Anche qui abbiamo un esempio cinematografico: Notting Hill. Anna Scott, attrice famosa, William Tucker, anonimo titolare, un po’ goffo, di una libreria di generi di nicchia. In questo film c’è una corsa alternata a stare uno ai livelli dell’altro. Lei tenta di vivere come una donna normale, ma i riflettori e gli scandali la seguono oltremodo; lui cerca di sopportare e supportare il suo stile di vita, con non poche problematiche ed equivoci. In poche parole entrambi cercano di essere ciò che non sono. Questa è la frase chiave dove la “diva” si mette a nudo, nonostante il rifiuto di William: “Non dimenticare che sono anche una semplice ragazza, che sta di fronte a un ragazzo e gli sta chiedendo di amarla“. Alla fine, però, capiscono che per riuscire a stare insieme devono semplicemente amarsi. Questo è un caso limite, ovviamente, che ai nostri giorni non sembra essere di grande ostacolo alle unioni… E poi Cenerentola è riuscita a sposare il Principe Azzurro, quindi mai disperare!

pride and prejudiceORGOGLIO E PREGIUDIZIO.  Quanti e quali storie d’amore sono iniziate (o finite) per Orgoglio o Pregiudizio? Il celebre romanzo di Jane Austen e la pellicola interpretata dall’impeccabile Keira Knightley evidenziano un tema tanto antico, quanto di estrema attualità, dove due sentimenti quali l’orgoglio e il pregiudizio risultano spesso tra le principali cause di rotture, malintesi e livori del tutto immotivati, soprattutto all’interno di una coppia di innamorati o potenziali tali.

Di questo film ci piace una frase, una domanda che l’affascinante Signor Darcy, dopo aver confessato il suo amore, pone a Elizabeth, preda a sua volta di forti sentimenti contrastanti nei confronti dell’uomo: “Potevate dimenticare le offese se non avessi ferito il vostro orgoglio?”

Bridget jonesA VOLTE BASTA DAVVERO POCO. Cari Ometti aiutateci. Fate tutti come Mark Darcy che rivolgendosi a Bridget Jones. Dice quello che forse, subito, al primo incontro, un uomo debba confessare a una donna: “Tu mi piaci da morire, così come sei“. E quando ci si sente dire una cosa del genere si chiama a raccolta le proprie amiche, dove una su tutte ti chiede:”Così come sei?  Non più magra, più intelligente, con le tette più grosse e il naso un po’ più piccolo?” Qui emerge in tutto e per tutto la paura, il timore di una donna di non sentirsi all’altezza e, di conseguenza la necessità di dover attuare un cambiamento per piacere. Insomma a chi non è capitato di sentirsi dire: “Non mi piaci con quei capelli”, “Forse dovresti perdere qualche chilo”, “Come ti sei vestita oggi?”

maggie's declaration_def.jpg(1)IL FINALE (che tutti vorremmo). Un rapporto funziona e arriva al matrimonio (ci sta un po’ di romanticismo, andiamo oltre la convivenza). Vi ricordate che esistono le dichiarazioni d’amore e le proposte di matrimonio? Fortunatamente il romanticismo non è ancora morto del tutto e in questo qualcuno rispetta ancora le care vecchie tradizioni, ma nel caso, care lettrici di Moda e Style, volete stupire il vostro partner, vi lasciamo con una bella dichiarazione, che sia solo di ispirazione però. “Io garantisco che ci saranno tempi duri, garantisco che a un certo punto uno di noi o tutt’e due vorremmo farla finita, ma garantisco anche che se non ti chiedo di essere mio lo rimpiangerò per tutta la mia vita, perchè sento nel mio cuore che sei l’unico per me“. Tirate fuori quello che vi rappresenta, chi saprà vedere, vi amerà per quello che siete e non per quelle che volete apparire o far credere di essere. Il finale, poi vien da se… E vissero felici per sempre felici e contenti.

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