Perchè dovremmo provare a volerci più bene
Un argomento molto serio, nato dalla riflessione forse un po’ personale e doverosa, in seguito agli eventi di cronaca, tragedie famigliari, con vittime, purtroppo, ancora una volta i bambini.
Cari amici, l’argomento che oggi Moda e Style vuole affrontare nasce, purtroppo, dagli eventi e le notizie che ormai da anni e con frequenza sempre maggiore, ascoltiamo, persone che prematuramente perdono la vita per mano altrui… Sempre più bambini, sempre più donne.
Come trovare consolazione di fronte alla morte di creature innocenti? Quale spiegazione, come giustificare, come trovare la strada per andare avanti? Non è accettabile l’indifferenza, perchè per nostra fortuna non veniamo toccati intimamente da queste tragedie. C’è da chiedersi quale sia la radice di un simile male. Depressione, più spesso gelosia, rifiuto alla vita. Si, Rifiuto alla vita.
La cronaca degli ultimi giorni ci ha messo di fronte a notizie tremende, famiglie spezzate, bimbi uccisi senza ragione, perchè non esiste ragione o motivo per togliere la vita a un essere umano. Da parte nostra emerge la medesima sensazione di nausea e profonda tristezza per queste vittime e per il dolore con cui dovranno convivere i sopravvissuti. Vite spezzate, vite interrotte; perchè tutto resterà tragicamente fermo al momento in cui i loro cuori hanno smesso di battere.
Della depressione si è sempre parlato come il male dei mali, di tutta evidenza tragicamente attuale; ed è inconcepibile pensare come ancora non esista cura che riesca ad estirparla. Milioni di persone in tutto il mondo e di qualsiasi ceto sociale ne sono state colpite, probabilmente molti di noi sono stati a stretto contatto con qualcuno afflitto da depressione se non addirittura noi stessi, in qualsiasi forma e dimensione. Chi ha trovato sollievo grazie a cure mediche, chi appassionandosi a qualche disciplina o semplicemente impegnandosi per dare uno scopo alla propria vita e non in ultimo, parlando. Certo è che tutto dipende dallo stadio e dal tipo di depressione che colpisce un soggetto. In tali casi è addirittura indispensabile il ricovero coercitivo. Forse la cura migliore siamo noi stessi, amarci maggiormente, amare noi stessi, per amare gli altri. Ma non è facile, lo sappiamo, soprattutto in certi periodi della nostra vita, dove si perde il controllo su tutto e su noi stessi.
Quale amore può nutrire verso se stesso chi compie azioni come uccidere? Non lo crediamo possibile; l’insegnamento che molti di noi hanno ricevuto (cristiano o semplicemente affettivo) insegna il perdono e a non giudicare il prossimo, poichè, si dice, chi è senza peccato scagli la prima pietra… Ebbene, ci chiediamo, pur cercando di abbracciare gli insegnamenti ricevuti, non giudicare, perdonare, implica dimenticare o peggio ancora ignorare avvenimenti che di fatto, fisicamente, sconvolgono la nostra vita? Quante battute sprecate su un luogo comune attribuito di rito alla Miss di turno “Vorrei la pace del Mondo” (altro argomento tristemente attuale), concedeteci di poter dire che la pace andrebbe trovata anzitutto in noi stessi.
Speriamo che possa trovare pace chi convive con malanni dell’anima e sente di non avere più nulla a che fare con la vita terrena, e per questo ritiene che chi gli è vicino debba abbandonare questo Mondo; che riesca a trovare ragione chi accecato dalla gelosia lascia che la furia lo possegga. Non abbiamo abbastanza parole per spiegare ciò che sentiamo e cerchiamo di esprimere attraverso un semplice articolo divulgativo. In maniera teneramente infantile, forse, speriamo che l’Amore e la Comprensione siano la chiave di tutto, e non ci riferiamo in questo caso all’amore tra uomo e donna. Che nessuno debba più piangere per chi è mancato, strappato alla vita… E che nessuno debba convivere con una colpa tanto grande. Utopia, forse, perchè questo è il genere umano: homo homini lupus, ovvero l’uomo è un lupo per l’uomo. Forse, purtroppo, è proprio banalmente così.
Concluderò con una nota personale; ho trascorso parte della giornata con la mia nipotina, di quasi tre anni, il suo amore mi ha avvolta in ogni istante, mentre lanciava giochi per tutta la casa e mi costringeva a guardare Peppa Pig o mi cospargeva di cibo per baciarmi. E’ stata la cura per l’orrore impresso nella mia mente, chiedendo in cambio, con i suoi modi da “pulce atomica”, solo di essere amata a sua volta, accudita e aiutata a crescere.
Amare noi stessi per poter amare gli altri…
Luigi Rossi, Sulla panchina di Biolda, 1920-1922, olio su tela, 72 x 92 cm, Courtesy Galleria Bottegantica