Festival di Sanremo, lo spettacolo ha vinto

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da 0 a 100 in 5 serate. C’è voluto il pathos finale per comprendere una realtà: il Festival di Sanremo, con tutte le sue criticità di quest’anno legate alla pandemia ha saputo ancora una volta emozionare (sul filo di lana).

Il 71°Festival della Canzone Italiana si è svolto dal 2 al 6 marzo in un clima surreale, vuoto, privo di pathos a tratti. L’abbiamo dovuto digerire, tra applausi finti e ospiti nostrani, a volte un po’ tendenti a farsi auto propaganda, ma l’intesa perfetta di Amadeus con Fiorello ha saputo accendere una miccia e lentamente alimentare il fuoco del coinvolgimento, che ha trovato il suo culmine, a nostro avviso nella serata finale.

Quest’anno il Festival di Sanremo non è stato particolarmente accattivante ed emozionante. Ha funzionato l’outfit, la voglia di sorprendere, di apparire. Ma il Festival di Sanremo non è un festival dove il look deve colpire più della canzone. Non pensiamo sia questa la strada che debba prendere il Festival della Canzone Italiana.

Non vogliamo però entrare nel merito dell’appeal fashion di questo evento, perché del festival ci è piaciuta ancora una volta la sua capacità di coinvolgere nonostante l’assenza del pubblico in sala.

Non è stato semplice da spettatori digerire questo festival, e non lo abbiamo digerito per 4 serate, lo confessiamo. Poi la serata della finale, la serata dove la musica, gli artisti hanno preso il timone di questa kermesse, tutto ha assunto un contorno diverso. I social si sono accesi all’unisono tra pronostici e commenti quasi da esperti di musica, che tra qualche giorno saranno solo un ricordo in bacheca.

Critiche a tratti un po’ al limite del rispetto nei confronti di chi a Sanremo va per presentare un progetto artistico, e se sale su quel palco, forse qualche merito ce l’ha.

Abbiamo trovato fuori luogo le critiche a Bugo, senza dubbio il personaggio più controverso e incompreso, mentre abbiamo apprezzato tra i concorrenti la partecipazione di Orietta Berti, forte del suo nono posto, una parentesi se vogliamo d’altri tempi, a tratti malinconica, in ricordo di un cantare ormai andato.

Ma il segnale dato dovrebbe far riflettere i nostalgici e chi forse vorrebbe che il Festival tornasse a rappresentare ancora quel tipo di musica, classe ed eleganza che soprattutto in questa edizione abbiamo visto a stento.

In questo Festival abbiamo conosciuto artisti nuovi tra i big, Colapesce e Dimartino tra tutti che con la loro Canzone Leggerissima si sono conquistati la simpatia e non solo di questa edizione del Festival di Sanremo.

Coma e Cose hanno incantato con il loro gioco di sguardi e un brano, semplice e ritmato, mentre, i Maneskin hanno premuto il tasto fast su un pezzo molto rock, un pezzo che li ha consacrati alla vittoria, scavalcando il favorito Ermal Meta e il duo Michielin-Fedez, giunti al secondo posto dopo tifi social da parte di Chiara Ferragni e figlio.

Colapesce di Dimartino con Paola Fraschini

C’è mancato poco che questo Festival non fosse vinto dal potere dell’influencer, vedendo balzare una coppia di concorrenti dal 17° al secondo posto.

E’ sempre il Festival delle sorprese, è sempre il Festival delle polemiche, ma per fortuna la musica in qualche modo ne esce sempre vincitrice. Sanremo ha stilato una classifica di gradimento, i veri risultati si vedranno con la vendita dei dischi .

Dulcis in fundo tre parole per Amadeus e Fiorello, la coppia perfetta anche su un palco quasi vuoto. Una voglia di ridere e far ridere sperano che aldilà della telecamera scoppiassero risate e applausi veri.

Uno sforzo, una professionalità che abbiamo apprezzato e che alla fine è arrivata almeno nelle nostre case.

Ibra si, Ibra no. Quanto è stata criticata la sua presenza al Festival di Sanremo? A noi non piace la violenza verbale telematica che si è vista, pertanto salviamo questa partecipazione come un’altra parentesi di uno spettacolo che voleva tirare su gli animi. Bello, profondo e d’effetto il monologo recitato da Zatlan Ibrahimovic nella serata finale.

“Il fallimento non è una sconfitta ma l’inizio di una vittoria. Non è il contrario del successo ma una parte stessa del successo”

Che riguardi il Festival di Sanremo, un campionato o la vita, l’importante è vedere in ogni evento od esperienza quella miccia che poi diventa il fuoco che alimenta un successo, nonostante tutto.

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